Siamo abituati ogni anno ad esaminare le gravi violazioni commesse durante i test di ammissione alle facoltà a numero chiuso. Quanto successo alla Sapienza, il 3 settembre 2013 in occasione del test di ammissione alla facoltà di Biologia, rappresenta però la violazione più bizzarra e insieme più lesiva che si poteva immaginare a danno di ben 1.600 aspiranti matricole: il test di ammissione era, in realtà, il test per la facoltà di psicologia!
Ai giovani studenti, dunque, dopo un’estate passata ad esercitarsi con i quiz di biologia, chimica e fisica, infatti, sono stati sottoposti quiz di psicologia, sull’inconscio, sul concetto di stress e su argomenti, dunque, per nulla attinenti alle materie scientifiche.
Nelle aule del test, il panico, la sconfitta, l’inadeguatezza hanno preso il sopravvento su questi giovani studenti che non si aspettavano altro che domande di matematica, fisica, chimica per le quali avevano pagato anche il bollettino da euro 35,00.
Solo dopo un’ora, su segnalazione degli stessi studenti, la Commissione ha deciso di riferire l’accaduto ai piani alti; i plichi sono stati ritirati e sostituiti, pregiudicando in ogni caso in maniera irreparabile la prova del singolo candidato e la possibilità di immatricolarsi.
“Oramai quanto accade in sede di prova di ammissione è la cartina tornasole di ben 10 anni di battaglie contro il numero chiuso che l’UdU, con lo staff dell’Avv. Michele Bonetti, ha portato in tutte le sedi giudiziarie. Le giustificazioni del Rettore della Sapienza sono del tutto inaccettabili. Non permetteremo che un’illegittimità così grave possa essere venduta come mero errore”. Tuona così Michele Orezzi, rappresentante dell’UdU che conclude: “La Sapienza ancora una volta guadagna il primo posto tra i nemici del diritto allo studio”.
Ancora più deciso l’avv. Michele Bonetti: “Inizieremo con il richiedere alla Sapienza la restituzione delle somme versate dagli studenti. Valuteremo ogni opportunità giuridica, al solo scopo di tutelare i nostri ragazzi, ulteriormente martoriati da un test che oltretutto per le facoltà di Biologia e di Psicologia non dovrebbe essere previsto. L’art. 2 della L. 264/99 è chiarissimo nel definire i criteri per l’applicazione del test di ingresso, del tutto inesistenti per la facoltà di Biologia e Psicologia”.