Risale a pochi giorni fa la scoperta di un'organizzazione che influenzava le prove di ammissione alla facoltà a numero chiuso e agli esami universitari all’Università di Messina, ove le operazioni della direzione investigativa antimafia di Catania hanno condotto all’esecuzione, da parte degli agenti della Direzione investigativa antimafia della citta' dello Stretto, di ordinanze cautelari nei confronti di sei persone nell'ambito di un'inchiesta avente ad oggetto esami 'facili'.
Le indagini, cominciate nel luglio 2012, sono state dirette dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto procuratore Liliana Todaro e hanno consentito di individuare un'organizzazione criminale all'ombra della 'ndrangheta, attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali, e pedinamenti, appostamenti e riprese filmate.
A coordinare l’inchiesta la direzione distrettuale antimafia di Messina che ipotizza, a vario titolo, i reati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e associazione a delinquere finalizzata a reati contro la pubblica amministrazione, al voto di scambio e all'usura.
L'organizzazione agiva col metodo mafioso ed ha anche effettuato tentativi di estorsione a orafi residenti al Nord Italia, oltre a fornire prestiti usurai a tassi mensili del 50% dell'importo del prestito concesso. Ai vertici del gruppo ci sarebbe un calabrese ritenuto legato a esponenti della 'ndrangheta locale.
“L'organizzazione criminale” - afferma la Dia - "tesseva efficaci relazioni e rapporti d'affari con i docenti nonché con personale amministrativo, con lo scopo di influenzare, dietro pagamento di somme di danaro, l'andamento di esami universitari per interferire sullo svolgimento delle prove preselettive di accesso a Facoltà a numero chiuso, per far conseguire l'abilitazione alle libere professioni, senza che sia mai stata persa di vista e manifestata, con prepotente arroganza, l'origine calabrese dell'indagato Montagnese che ha imposto i propri metodi di intimidazione ed influenza per consentire alla clientela 'protetta' richiedente il favore di cui di volta in volta aveva bisogno in cambio di denaro".
Gli arrestati sono il docente della facolta di Economia Marcello Caratozzolo e l'ex consigliere provinciale Santo Galati Rando e Domenico Montagnese, in passato coinvolto nell'inchiesta sull'omicidio del professore universitario Matteo Bottari, e Salvatore D'Arrigo.
L'università di Messina provvederà alla sospensione cautelare di Caratozzolo. Il rettore Pietro Navarra afferma: "L'Ateneo è parte lesa nel procedimento, proporrò la costituzione di parte civile dell'Università, nel caso in cui il percorso dell'indagine dovesse portare all'apertura di un processo".
Roberta Nardi
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