Alcune definizioni di felicità nella cultura occidentale.
Il concetto di felicità è un valore esplicitamente sancito in alcune Costituzioni e nella Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti. Nella Costituzione italiana il “pieno sviluppo della persona umana” è valore sancito dall'art. 3. La felicità, nel suo aspetto evolutivo, è essenziale per garantire la tutela della dignità della persona “a 360 gradi”. Rispettare la vita privata significa anche permettere a ciascuno di realizzare i propri sogni, di non rinunciare alla felicità nelle forme in cui la si identifica, di decidere personalmente circa ciascun aspetto del proprio cammino. Dunque realizzare i propri sogni è sviluppare a pieno sé stesso, trovando il necessario equilibrio per raggiungere la felicità.
Il diritto alla felicità e il correlato diritto all'identità personale (sancito tra i diritti inviolabili ex art. 2 Cost., sent. Corte Cost. n. 13/1994) rappresentano quindi la più forte tutela rispetto alle imposizioni sulla persona umana di modelli precostituiti
Noi sosteniamo, quindi, un concetto di felicità a lungo termine, in contrasto con quanto affermato dalle teorie più diffuse e consolidate, che lo legano alle caratteristiche della personalità e alle scelte individuali e ne relegano la durata al breve periodo (da un giorno sino a due anni).
Infatti, secondo la teoria più diffusa della felicità, chiamata Teoria del Set-point, esiste un livello di felicità che resta pressoché costante durante tutta la vita, perché legato a caratteristiche genetiche o della personalità. Quindi eventi piacevoli possono modificare solo temporaneamente i livelli di soddisfazione personale, ma poi nel giro di uno o due anni si ritorna allo stato d’animo consueto.
Una ricerca del team dell’Università di Melbourne guidato da Bruce Headey ha dimostrato che è vero il contrario: è possibile fare esperienze di felicità a lungo termine (anche 25 anni) solo se si pongono degli obiettivi altruistici, come la tutela dell’ambiente, l’aiuto alla propria famiglia e al prossimo in generale. Questi obiettivi garantirebbero maggiore felicità e soddisfazione rispetto a quelli legati soltanto al successo materiale o alla carriera.
Analizzando i dati di un’indagine tedesca, German Socio-Economic Panel Survey, che comprende interviste a giovani e adulti condotte fra il 1984-2008, gli studiosi hanno scoperto che, grazie alle scelte individuali, si possono fare esperienze a lungo termine di felicità (25 anni) indipendentemente dal carattere introverso o predisposto alla malinconia. A far salire a lungo termine i livelli di felicità, secondo lo studio, sono soprattutto gli obiettivi della vita, in particolare l’altruismo o la famiglia. Anche stabilità emotiva e religione sono determinati per una felicità duratura.
Certo, quantificare la felicità non è cosa facile, né puramente matematica. Ma indubbiamente queste ricerche socio-economiche ci forniscono qualche suggerimento sulla nostra qualità della vita e sul grado di soddisfazione e benessere raggiunto dalle nostre società.
E ci permettono di intravedere come il “pieno sviluppo della persona umana” vada oggi garantito con un’ampia gamma di orientamenti politici e sociali, a cui corrispondono altrettanti diritti, in continua evoluzione.
Per approfondire:
La felicità come nuovo paradigma di sviluppo
L’Università del Bene Comune
La fecondazione assistita: una legge da cambiare
Testamento biologico fermo al palo
Diritti dei migranti, diritti negati
La sicurezza sul lavoro dopo la sentenza Thyssen Krupp