Valeria Bruccola, membro del direttivo nazionale Adida, esterna la sua delusione con riguardo al comportamento della Gelmini e della situazione del sistema scolastico in generale.
<<Cara Gelmini, pure da ex Ministro non ha smesso di pensare alla scuola e, nel commentare le azioni del suo successore, ancora una volta rivolge il suo sguardo amorevole e competente verso gli insegnati, il fulcro, insieme agli alunni, del sistema scolastico.
“Svecchiare la scuola” questa l’occasione mancata, secondo lei, dall’attuale Ministro, cosa che dimostra con un’analisi accurata non già della formula, il “concorsone” (che di “one” ha solo il sarcasmo di chi lo racconta), quanto dell’arco temporale stabilito per proporlo, non rispondente ai tempi degli attuandi TFA ordinari e dei prospettati TFA speciali, quelli riservati ai docenti con servizio.
Peccato, On. Gelmini, che la sua analisi sia in per lei un boomerang, ma di questo la ringraziamo, perché ci permette, ancora una volta, di dimostrare che al MIUR regnava (e regna) una gran con fusione.
Innanzi tutto, consigliamo alle istituzioni dello Stato di dialogare e di accordarsi su quali linee adottare per il Paese: o si mandano a casa gli anziani, per lasciare ai giovani qualche spazio da colonizzare, o si prolunga all’infinito una attività lavorativa, innalzando l’età pensionabile ti tutte le categorie di lavoratori. Delle due una, visto che non sembrano possibilità conciliabili. A farne le spese, poi, nel suo programma di rinnovamento sarebbero solo i quarantenni, più o meno suoi coetanei, “relegati” in una sorta di precariato da “macello”. Ci preme ricordarglielo…
E mentre le insegnanti della scuola primaria a sessanta anni protestano per un lavoro umanamente insostenibile nelle classi “pollaio” create dai suoi tagli alla scuola, sole davanti a classi di circa trenta bambini, i giovani “meritevoli” rimangono fuori, senza permettere alla scuola di “ringiovanire”. Che guazzabuglio!
Eppure, sotto gli occhi di tutti si è consumata, nelle sue parole, l’ennesima contraddizione di chi la scuola la teorizza, non la pratica. Vorremmo ricordarle, On. Gelmini, che la riforma da lei fortemente voluta e avviata, nella formazione iniziale docenti, poggia proprio sulla trasmissione dei saperi, sulla esperienza, sulla possibilità che i giovani si formino nelle scuole, quelle che lei immagina come centri geriatrici. Tirocini Formativi Attivi, appunto, da svolgere nelle scuole che lei non smette di mettere in cattiva luce. Quale il senso di un tirocinio, irrinunciabile, secondo lei e il suo decreto, anche per i docenti con anni e anni di servizio, definiti, per la verità non solo da lei, con un arzigogolo linguistico “non abilitati”, in così terribili ambienti?
Eppure, la saggezza, la profondità del sapere, l’esperienza, sono sempre stati valori aggiunti, anche nella professione di insegnante e, credevamo, che anche lei lo avesse in qualche modo riconosciuto, ritenendo inevitabile che le nuove leve nell’ambito dell’insegnamento si formassero proprio respirando la polvere del gesso. Ma in Italia, ormai, è prassi gettare il bambino con l’acqua sporca e in questa ventata di rinnovamento, invece di ricercare la strada per riequilibrare un sistema come quello scolastico che rischia di saltare, si inseguono farfalle .
Qualità e merito diventano parole vuote quando si susseguono azioni che mirano a scalzare via qualificati e meritevoli docenti, se pure con qualche capello bianco. Ma la qualità e il merito dovrebbero riguardare tutti e tutti, anche le leggi e i decreti, che invece non tengono conto dell’esistente e dell’impatto su realtà che non si sono autogenerate ma che sono state create da altre norme, preesistenti, con cui le nuove fanno a botte. E così si spiegano le piogge di ricorsi, passati, presenti e futuri. Vedrà, continueranno ad arrivare, per equità, anche all’indirizzo dell’attuale Ministro.>>