Una parvenza di carcere sembra aver assunto dallo scorso autunno la scuola “G.Giorgi” di Potenza, ove il Dirigente Scolastico, la Prof.ssa Giovanna Sardone, ha adottato un nuovo “metodo correttivo” nei confronti degli alunni dell’istituto che avevano abbandonato la struttura per l’inefficienza del sistema di riscaldamento.
La Dirigente “proponeva” ai propri alunni - sotto il ricatto della sospensione - lo svolgimento di alcune mansioni, all’esterno della scuola, per “prendere coscienza” dei propri errori. Tra le principali: eseguire lavori di manutenzione nel cimitero comunale, occuparsi della pulizia dei servizi igienici del carcere minorile di Potenza, in condizioni igieniche non del tutto garantite, nonché svolgere attività di riqualificazione ambientale.
Il tutto, a quanto ci risulta, in totale assenza di regolare convenzione con i soggetti coinvolti e con la perdita, da parte dei ragazzi, di ore di lezione, ledendo il loro diritto allo studio, pur risultando regolarmente in aula quando in realtà impegnati nelle attività sopra citate. All’interno dell’Istituto pare si sia instaurato un regime repressivo tale da ledere i diritti degli studenti stessi a tutti i livelli, arrivando anche a demolire le più elementari garanzie di confronto e rappresentanza degli allievi.
Infatti, più volte è stata negata, senza motivazione formalmente espressa, la possibilità agli alunni di riunirsi in assemblea d’istituto per confrontarsi ed esercitare i propri diritti con pienezza e coscienza; agli alunni sono affidati compiti a loro non spettanti, quali quella di sorvegliare i propri compagni di classe durante l’ assenza dei docenti, assumendosene anche la “piena responsabilità” e subendo ripercussioni sul voto di condotta in caso di incidenti.
Inoltre, a ciò bisogna aggiungere l'azione di “cecchinaggio” ai danni delle figure della rappresentanza studentesca, colpite con valutazione di condotta tra il 2 e 3 per le idee e le azioni espresse nell'esercizio delle loro funzioni di rappresentanti; un rappresentante è stato persino costretto a scrivere una lettera di “pentimento” indirizzata al DS per poter essere riammesso a scuola dopo la sospensione inflitta.
Le vessazioni subite dagli studenti dell’IPSIA “G.Giorgi” non possono essere qualificate se non come lesive della dignità degli studenti coinvolti, i quali non sono assolutamente trattati come soggetti in formazione; questo sistema risulta senza dubbio contrario a qualsiasi testo legislativo, Costituzione in primis.
Al fine di difendere della dignità ed i diritti degli studenti e considerata la gravità dei fatti, la Rete degli Studenti Medi sta valutando l’opportunità di denunciare l’accaduto alla Procura della Repubblica ed ha conferito mandato al l’Avvocato Michele Bonetti di diffidare la Dirigente Scolastica dal continuare a portare avanti queste iniziative tese allo sfruttamento e all’umiliazione degli studenti.
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