Tra risse, occupazioni, tentativi di sgombero da parte della polizia municipale, prosegue la protesta dei “centurioni romani” contro la decisione del consiglio comunale che prevede che questi lavoratori non possano più svolgere la loro attività nei pressi del Colosseo.
Ebbene si, lavoratori come tanti altri, oltre 50 persone con elmi di plastica in testa, peplo e corazza in falso cuoio, che da oltre 10 anni colorano la rinomata zona del Colosseo.
Persone che se avessero altre forme di impiego non si troverebbero lì, che se non avessero necessità di un reddito non si presterebbero a soddisfare l’allegria dei turisti.
Anche questa è una forma di lavoro, certamente da regolarizzare nelle modalità e orari di svolgimento, negli aspetti fiscali, così come per le bancarelle o per i camioncini con bibite e panini che da anni stanziano nella zona.
Sicuramente non da vietare, soprattutto in un periodo di globale difficoltà economica.
La protesta dei nuovi centurioni è una difesa del loro “posto di lavoro” che in realtà non è fastidioso per nessuno; non lo è per i turisti che li sostengono, divertiti dalle caratteristiche foto con questi personaggi che rievocano il glorioso passato della Capitale, non lo è per i cittadini romani che, occupati dalla routine quotidiana, in quei luoghi si recano al massimo di domenica.
E allora è il decoro della città ad essere minacciato, sono l’importanza e la bellezza artistica del sito ad essere pregiudicati? Forse no o forse non lo sono solo a causa di queste persone. Da anni il Colosseo è una rotatoria per le automobili, una location per concerti ed eventi di spettacoli, un appoggio per teloni pubblicitari. Questo invece è decoroso?
Né la soluzione sarebbe spostarli dalla zona archeologica, la figura del centurione ha senso, significato lì, proprio di fronte all’Anfiteatro, proprio come accadeva secoli fa, quando attorno al circo e alle sue corse pullulavano gli scambi commerciali.
Dovremmo tutti riflettere su questa decisione comunale: è davvero il lavoro svolto da questi centurioni il problema della nostra Capitale; il decoro e la legalità sono davvero compromessi da questi figuranti?
L’attenzione dovrebbe concentrarsi altrove: sull’incremento della pulizia della città, sulla lotta alle varie forme di micro e macro criminalità, sul rafforzamento dei servizi pubblici locali, ovvero su tutti quegli aspetti che realmente degradano la Capitale e preoccupano i suoi cittadini.
Le trattative tra i centurioni, l’Amministrazione Comunale, il Ministero dei Beni culturali e la Sovrintendenza di Stato proseguono; vedremo come questa ennesima vicenda di tutela di posti di lavoro si risolverà nelle giornate già tumultuose di una complessa ripresa economica e assai discussa riforma del lavoro.