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23 Ott

Scandalo sui test di ammissione alla facoltà di farmacia

E’ di queste ore il caso Matachione, truffe e imbrogli perpetrati, secondo la Procura di Napoli che ha chiesto e ottenuto l’arresto del noto imprenditore farmaceutico al centro di una fitta rete dei relazioni con pubblici funzionari e graduati della Guardia di Finanza.

Per gli inquirenti, le domande del test, in teoria blindate e secretate, oltre a circolare allegramente, finivano puntualmente nelle mani del re delle farmacie.

L’ennesima beffa per i tanti neodiplomati che affrontano i quiz, contando solo sulle proprie forze e, talvolta, restando delusi ed esclusi.

Il solito sistema corruttivo, ben oleato e rodato, finalmente all’esame dei sostituti procuratori Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Alfonso D’Avino, per individuare i soggetti interni all’università napoletana che hanno trafugato i test, passandoli al funzionario regionale.

Indagati il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti, un professore di Farmacia, parte dell’Ufficio della Segreteria Studenti della Federico II.

In una mia recente intervista rilasciata al giornalista Roberto Russo, lo dico mettendoci la faccia e senza mezze parole: “Questa barriera all’ingresso non ha più senso ed è solo dannosa. Il numero chiuso è un meccanismo che favorisce interessi privati e intrallazzi. L’abolizione del test significa non solo garantire il diritto allo studio e alla cultura, ma anche stroncare quel mercato fatto di ricorsi privati, di raccomandazioni, di favoritismi grandi e piccoli che stronca il merito e toglie ai più bravi e volenterosi la possibilità di entrare all’Università. Su Medicina si è accesso il faro dell’opinione pubblica, ma situazioni opache si registrano nelle lauree in professioni sanitarie, a Farmacia, a Economia, a Giurisprudenza, ecc. Ovunque vi sia lo sbarramento del numero chiuso entra in gioco un meccanismo perverso che va dall’interesse economico, all’affarismo, al nepotismo”.

C’è ancora qualcuno che pensa che il problema del numero chiuso sia qualche centinaia o migliaia di ricorrenti, ammessi in sovrannumero che chiedono di studiare? Lo dico onestamente: “Sarei il primo a fare un passo indietro, non facendo più i miei ricorsi se il Governo abolisse i test”.

Voi dall’altra parte siete disposti a fare altrettanto?

In allegato gli articoli allegati del Corriere del Mezzogiorno, a firma di Antonio Scolamiero, Fabrizio Geremicca e Robero Russo, a cui ho inoltrato una copia del mio libro Cepus Dei.

                                                                              Avv. Michele Bonetti

Ultima modifica il Giovedì, 23 Ottobre 2014 21:18