Stampa questa pagina
02 Ago

AMMISSIONE A MEDICINA: CONSIGLIO DI STATO ORDINA ALTRE 100 AMMISSIONI. IL MIUR DOVEVA BANDIRE 1600 POSTI IN PIÙ In evidenza

Il Consiglio di Stato, in sede collegiale, con 18 provvedimenti, ha confermato il proprio orientamento reso all’esito dell’udienza del 18 luglio 2019 sui cosiddetti leading casese, in accoglimento degli appelli proposti dagli Avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, ha ordinato l’ammissione di un centinaio di ricorrenti ai corsi di Medicina. Si tratta di un passaggio fondamentale in quanto dimostra che si tratta di un orientamento del giudice d’appello che si va consolidando e che ha indicato in oltre 1600 posti in più le possibilità formative degli Atenei.

Il Consiglio di Stato ha valorizzato le tesi difensive dello studio Bonetti & Delia evidenziando “che l’aumento dei posti complessivi nelle Università italiane per detti corsi di laurea, disposto sia pur a partire dell’a. acc. 2019/2020, è indizio serio e non revocabile in dubbio della fondatezza della censura sul sottodimensionamento dei posti fin qui resi disponibili, compresi quelli per cui è causa, cosa, questa, che non smentisce, ma rende l’accesso programmato ai corsi medesimi fondato su numeri dell’offerta formativa, al contempo più realistici in sé ed adeguati ai prevedibili fabbisogni sanitari futuri“.

L’enorme carenza di personale medico che il Ministro della Salute non ha esitato a definire drammatico con il comunicato del settembre 2018, è frutto di un’istruttoria sulle immatricolazioni totalmente errato che ha aggravato l’attuale problematica dell’imbuto formativo. La nostra tesi, oggi accolta dal Consiglio di Stato, difatti, ha dimostrato che nonostante gli Atenei potessero formare ben più studenti, stante la volontà dichiaratamente politica di non finanziare più borse di studio, si è attuata una lenta e costante politica di sottoutilizzazione delle risorse di Ateneo utile ad evitare alle strategie politiche di investire sempre meno sulle successive borse di studio. Il decremento di ammissioni, nonostante i tanti studenti che si cimentano al test, difatti, non è affatto giustificato dalle carenti risorse degli Atenei e dalla impossibilità di questi di ben formare gli studenti sulla base di adeguati standard europei,  ma solo sulla base di tali scelte per nulla compatibili con il diritto costituzionalmente garantito allo studio.

Sempre all’esito dell’udienza collegiale il Consiglio di Stato ha respinto l’appello del Ministero su un altro dei temi più importanti dell’accesso ai corsi di laurea a numero chiuso. Questa volta a vincere in primo grado erano stati gli studenti sostenendo che, in ipotesi di posti liberi sopravvenuti, questi ultimi vanno assegnati ai soli ricorrenti e non a tutti i soggetti che presenti in graduatoria ma che non avevano contestato le scelte ministeriali.

Per noi, chiudono Bonetti e Delia, è vinta una battaglia sul diritto allo studio che consentirà a migliaia di nostri ricorrenti di poter studiare.

Ultima modifica il Venerdì, 02 Agosto 2019 16:00