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31 Ago

Diritti dei consumatori, la svolta innovativa del d.lgs. 21/2014

Il 14 giugno è stato un giorno importante per i consumatori italiani dal momento che finalmente è entrata in vigore la direttiva europea 83/2011 sui diritti dei consumatori recepita dal decreto legislativo n. 21 del 21 febbraio 2014.

Molteplici sono state le proposte legislative che già dal 2008 dietro nostro impulso hanno presentato molte associazioni dei consumatori per arginare le tecniche di vendita c.d. aggressive specie con riferimento alle vendite di multiproprietà.

Le novità principali sono costituite dal fatto che i consumatori hanno maggiori informazioni precontrattuali, godono cioè di una maggiore trasparenza su diversi aspetti quali il prezzo e l’oggetto del contratto ed hanno informazioni più chiare prima di concludere un contratto; in caso di servizi o beni non richiesti, possono non pagare per la prestazione.

Ma non è tutto. Per esercitare il diritto di recesso hanno 14 giorni di tempo e non più 10.

Ad aumentare sono anche le garanzie sul consenso all’acquisto: per fare un esempio, nei contratti conclusi al telefono il consumatore è vincolato solo dopo aver firmato l’offerta ed averla accettata per iscritto. 

Le maggiori tutele si riscontrano, però, nell’ambito dei contratti a distanza, come le vendite online o via telefono, nonchè quelle negoziate al di fuori dei locali commerciali (vendite a porta a porta o a domicilio).

Secondo il Presidente dell’Antitrust “il mercato è fonte di crescita e di benessere se vengono rispettate le regole e tutelati i consumatori che dovrebbero essere messi sul trono perché sono i sovrani del mercato”. Quando il consumatore capisce di essere stato vittima di una pratica aggressiva o poco trasparente da parte dell’azienda, può rivolgersi alle Associazioni dei consumatori o direttamente all’Antitrust con un esposto.

Il Presidente del Senato Pietro Grasso, ricordando come si fosse occupato diverse volte di contraffazione agroalimentare (basti pensare al caso del pomodoro di San Marzano prodotto in Cina o al Parmesan con cui è stata sfruttata la popolarità di un prodotto d’eccellenza italiano) ha proposto di istituire un osservatorio unico e centralizzato dove arrivino tutte le segnalazioni dei consumatori.

Oggi il reato di criminalità organizzata è stato inserito nel settore agroalimentare e i consumatori italiani, dopo il recepimento della direttiva e con l’indicazione dell’Antitrust come soggetto cui rivolgersi, hanno un quadro di regole e tutele più chiaro nel quale difendere il diritto a scelte di consumo trasparenti, sicure e consapevoli. 

Il concetto di scelta consapevole è infatti fondamentale in un momento di crisi come quello che si sta vivendo in questi anni e che rappresenta purtroppo un fertile terreno per lo sviluppo e l’espansione di tecniche di vendita più aggressive (contratti conclusi a distanza, porta a porta, vendite di multiproprietà ecc.)

Portiamo avanti da anni una lunga battaglia al fianco dei consumatori truffati.

Riteniamo che politiche di sviluppo e di crescita nazionale ed europea debbano includere necessariamente il rapporto tra tutela della concorrenza e tutela dei consumatori e ciò anche attraverso una generale politica di apertura dei mercati ed un’opera interpretativa della globalizzazione come processo che offre grandiose opportunità quando improntato a regole, reciprocità, trasparenza.

Ultima modifica il Domenica, 31 Agosto 2014 16:11