Vi ricordate il caso di psicologia e dei centodieci ricorrenti che furono esclusi dalle prove tenutesi alla Sapienza a psicologia perché non avevano potuto pagare il bollettino o per alcuni problemi procedurali di prenotazione on-line!? Il tutto si risolse per il meglio e l’Università, anche a seguito dell’intervento dell’Udu e di diffide con minacce di ricorso, rifece la prova per gli esclusi.
Il caso si ripete per una studentessa extracomunitaria sempre della Sapienza, ma per il corso di Medicina Inglese. La ragazza palestinese, dopo aver sostenuto un esame di lingua italiana ed essersi trasferita da Israele e dopo aver ricevuto indicazioni di presentarsi alla prova, per non aver pagato un bollettino per qualche decina di euro è stata esclusa dall’Università ‘la Sapienza’ che il giorno del test gli ha dato il ben servito e l’ha mandata a casa.
Così, la studentessa è andata all’Udu e ha chiesto aiuto al suo coordinatore Michele Orezzi e all’ufficio legale dell’Avvocato Michele Bonetti. E’ stato così inoltrato ricorso al Tar che, esaminata la situazione della studentessa ingiustamente esclusa, ha statuito: <<non può sostenersi alla luce della legge concorsuale che il diritto a sostenere la prova scritta sia subordinato al pagamento di un bollettino di pagamento tanto che la materiale indisponibilità dello stesso possa essere considerato causa di esclusione dalla procedura concorsuale>>.
Per quanto sopra esposto il Tar accoglieva la domanda cautelare e sospendeva l’esecuzione dei provvedimenti impugnati che dispongono l’esclusione della ricorrente dalla procedura selettiva e dalla conseguente graduatoria e dispone che la stessa venga ammessa, con riserva, a sostenere la prova scritta “di riserva” prevista, nei tempi più celeri possibili e compatibilmente con l’organizzazione dell’Ateneo.
Riferiscono dall’Udu per il tramite del coordinatore Udu Michele Orezzi e dell’Avvocato Michele Bonetti: <<Quest’anno vi sono state molte esclusioni per motivi procedurali o di forma, piccoli errori nel pagamento, in alcuni casi indicazione di prenotazione o di opzioni di percorsi di laurea che sono intervenute tardivamente. La verità è che il Miur ha imposto una normativa rigidissima infarcita di tecnicismi procedurali che le università, tra cui la Sapienza, hanno seguito pedissequamente. Concordemente a quanto statuito dai più autorevoli Magistrati italiani, il diritto allo Studio non può esser limitato o compresso per futili motivi. All’Università ‘la Sapienza’ è stato toccato l’apice per il fatto che, oltretutto, molti posti erano rimasti liberi>>.