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Martedì, 02 Agosto 2011 12:36

Diritti dei migranti, diritti negati

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Dare risposte ai problemi globali senza ledere i diritti umani.

Il nostro Paese ha scoperto uno dei volti più complessi della globalizzazione l’8 marzo del 1991, quando le immagini di quei ventimila cittadini albanesi in arrivo a Brindisi su una nave stracarica sono arrivate nelle nostre case. Da allora, abbiamo affrontato numerosi, ingenti flussi di immigrazione da ogni parte del mondo.

Questa faccia della globalizzazione, la frammentazione e la moltiplicazione dei flussi migratori in tutto il mondo, non cambierà nel breve periodo e per questo chiama l’Italia a dare risposte all’altezza della sfida.

Integrazione, intercultura, meticciato sono diventate parole chiave contrapposte a quelle del razzismo, della chiusura e della paura. Si sono riaccesi i fondamentalismi e i populismi delle destre tradizionali e non, mentre l’Europa sceglieva di trincerarsi nella sua fortezza, garantendo libertà di circolazione a tutti i suoi cittadini e relegando i popoli in movimento a trafile infinite per varcare le frontiere in modo legale.

La legislazione italiana, in questo senso, è stata particolarmente contraddittoria e lacunosa: ha costretto gli immigrati a percorsi labirintici per l’ottenimento del permesso di soggiorno, aumentando e alimentando le presenze clandestine e il lavoro nero, salvo ricorrere a numerose sanatorie quando la situazione si faceva insostenibile. Molto spesso, dalla reclusione nei Centri di Indentificazione ed Espulsione ai rimpatri forzati, dal caporalato alle restrittive leggi sulla cittadinanza, i diritti fondamentali dei cittadini stranieri sono stati calpestati.

Ecco alcuni nodi di cui Pandora intende occuparsi, al fianco di tutte quelle associazioni che ogni giorno forniscono assistenza legale ed extralegale ai migranti.

Diritto alla mobilità

Deve essere garantita ai migranti la possibilità di entrare nel nostro Paese con regole certe, così come deve essere maggiormente tutelato il diritto di asilo per i rifugiati. Il trattenimento nei Cie deve essere limitato a poche settimane e soltanto per i casi per cui è possibile applicare una restrizione temporanea della libertà personale. I rimpatri, così come previsto dalla normativa europea, non possono essere forzati né indiscriminati, cioè prima di aver accolto chi ha diritto alla richiesta di asilo.

Diritto al lavoro

Perché l’integrazione sia possibile è fondamentale mettere in legalità i tanti immigrati che, privi di documenti, restano in balia del caporalato e delle nuove forme di schiavitù. Situazioni, da Rosarno a Bari e Castelvolturno, potenzialmente esplosive. In continuità con la normativa europea bisogna garantire il permesso di soggiorno a chi denuncia il lavoro nero e lo sfruttamento.

Diritti di cittadinanza

L’Italia è rimasta uno dei pochissimi paesi occidentali ad applicare una legge sulla cittadinanza basata sullo ius sanguinis anziché sullo ius solis. Per favorire i percorsi di integrazione è indispensabile consentire con tempi e modi certi a chi risiede da anni nel nostro Paese di ottenere la cittadinanza italiana e accedere, di conseguenza, anche ai diritti civili e politici. In particolare è necessario riconoscere a chi nasce o cresce nel nostro Paese la cittadinanza italiana. Le seconde generazioni, come vengono chiamate, sono semplicemente i nuovi italiani.

Ultima modifica il Giovedì, 22 Settembre 2011 11:33