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21 Set

Turisti non per caso: il turismo responsabile in Italia

E’ tempo di tornare al lavoro dopo le vacanze, in patria o all’estero. Migliaia di italiani hanno scelto anche quest’anno un modo alternativo di viaggiare: il turismo responsabile, il turismo solidale, l’ecoturismo.

Forme e modi di concepire il viaggio secondo principi di rispetto dell’ambiente, di gestione dell’impatto sociale ed economico del turismo globale, di solidarietà verso le comunità locali.

Negli ultimi 50 anni, i cambiamenti del mondo in cui viviamo si sono riflessi sul nostro modo di viaggiare: gli arrivi internazionali sono passati dai 25 a 900 milioni in tutto il mondo. Il turismo oggi rappresenta una delle più importanti voci di PIL del nostro pianeta, anche se naturalmente gli squilibri sono molto forti: il 30% della popolazione mondiale effettua il 46% della spesa mondiale per il turismo internazionale. E così, tra le tante responsabilità che il mondo globale ci mette di fronte, c’è quella delle ricadute ambientali, economiche e sociali dei nostri modi di viaggiare.

Inquinamento, sperpero di risorse carenti come luce ed acqua in strutture extralusso, comportamenti devianti (prostituzione, droga, sfruttamento di minori), fuga dei proventi del turismo, di cui spesso alle comunità locali non resta neppure un euro, compongono l’altra faccia della medaglia di una società sempre più portata a viaggiare per il mondo.

Anche per questo negli ultimi dieci anni in Italia si è andata affermando una rete di operatori, associazioni, organizzazioni non governative che offrono esperienze turistiche nel segno della responsabilità.

L’AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile), nata nel 1998, raduna oggi oltre 90 di questi soggetti e offre esperienze in tutti i continenti del mondo, Italia ed Europa comprese.

Secondo una ricerca del CISV Torino, il 15% degli italiani si dichiara interessato al turismo responsabile e già oggi migliaia di persone partono dal belpaese con viaggi di questo tipo. Una domanda destinata a crescere, insieme alla consapevolezza sulle problematiche del mondo contemporaneo e alla ricerca di una coerenza fra principi e comportamenti della nostra società.

Secondo la definizione data dalla conferenza AITR di Cervia, nel 2005, il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture e riconosce la centralità della comunità ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio.

Chi sceglie questo modo di viaggiare, dovrà certamente rinunciare a qualche lusso e comodità di troppo: niente più idromassaggio nel deserto e odalische sventolanti in qualche resort della giungla. Ma certamente ne avrà in cambio la possibilità di conoscere più approfonditamente la realtà della meta prescelta, di entrare in contatto con persone del luogo, di lasciare il proprio denaro in mani che ne fanno un uso positivo per quel territorio, di attraversare le comunità preservandone tradizioni, costumi ed abitudini.

Mettere in valigia spirito di adattamento e buonumore e lasciare a casa qualche certezza di troppo e un vago senso di superiorità significa viaggiare con il cuore aperto e il bagaglio più leggero.

Per chi ha già cominciato a meditare sul prossimo viaggio: www.aitr.it

Ultima modifica il Martedì, 27 Settembre 2011 17:18