Come noto, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha affidato ad un algoritmo la gestione del conferimento degli incarichi di supplenza. Tale modalità di assegnazione è stato oggetto di numerosi contenziosi a causa della poca affidabilità del sistema di nomina.
Nel caso di specie il docente chiedeva che venisse dichiarato il suo diritto alla stipula del contratto annuale a tempo determinato in ragione della propria posizione in graduatoria e delle scelte effettuate. Il ricorrente veniva ingiustamente scavalcato in graduatoria da docenti immessi in fascia inferiore, con punteggio più basso rispetto al ricorrente per la medesima classe di concorso.
Il docente dunque subiva un pregiudizio in quanto concretamente privato della legittima attribuzione di un incarico di supplenza per il corrente a.s. 2022/23 pur avendone titolo.
Il Giudice del lavoro di Napoli con una recente sentenza, riconosce le ragioni del ricorrente, specificando come lo stesso abbia “analiticamente documentato che diversi incarichi a tempo determinato siano stati attribuiti a docenti con punteggi inferiori.”
Il Tribunale di Napoli oltre a riconoscere le ragioni del docente, condanna il Ministero a risarcire lo stesso, scavalcato nella graduatoria a causa della palese inaffidabilità del sistema informatizzato di nomina degli incarichi.
Sulla base di tali considerazioni il Giudice del Lavoro di Napoli ha accolto il ricorso proposto dall’Avv. Bonetti e ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito a risarcire il ricorrente per oltre 10.000 euro.
L’attuale sistema delle nomine previsto dal Ministero dell’Istruzione e del Merito viola dunque il principio meritocratico, in applicazione del quale il conferimento degli incarichi di insegnamento deve avvenire garantendo la scelta del candidato in graduatoria che abbia maturato il punteggio più elevato.
“Quanto deciso dal Giudice del Lavoro rappresenta una grande vittoria sul tema delle nomine GPS”, commenta soddisfatto l’Avv. Michele Bonetti. “La sentenza conferma come la procedura informatizzata di nomina delle supplenze lungi dall’essere improntata ai principi di buona amministrazione e al principio meritocratico. Affidarsi ad un sistema di questo tipo non fa altro che generare discrasie e iniquità, a discapito dei docenti a cui dovrebbe essere riconosciuta la stipula del contratto a tempo determinato sulla base del punteggio ottenuto e correttamente dichiarato, ovvero: quello più elevato, e che il sistema, attribuisce, erroneamente, ai soggetti con i punteggi inferiori”