Con sentenza n. 16280/2024 pubblicata in data 9 settembre 2024, il TAR del Lazio ha riconosciuto l’illegittimità della normativa ministeriale che obbligava gli insegnanti con tre anni di servizio a sostenere le prove scritte e orali per accedere al TFA Sostegno.
Si tratta di un’importante decisione, in quanto il TAR con tale pronuncia salvaguarda la posizione di tutti gli insegnanti che lavorano nella scuola e che hanno prestato servizio sul sostegno per almeno tre anni negli ultimi cinque e che ambiscono a prendere parte al T.F.A. per il conseguimento del titolo di specializzazione sul sostegno.
Tale provvedimento è in linea con quanto asserito nel ricorso proposto dal nostro studio legale, volto a sottolineare l’erronea interpretazione della norma propinata dal Ministero che ha dunque contraddetto la ratio dell’art. 18 bis, c. 2, del d.lgs. n. 59 del 2017, normativa di rango superiore.
L’articolo oggetto di discordia è difatti l’art. 18 bis al comma 2 del d.lgs. n. 59 del 2017, il quale prevede che “ai percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità accedono, nei limiti della riserva di posti e con le modalità stabilite con decreto del Ministero dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministero dell'istruzione, coloro, ivi compresi i docenti assunti a tempo indeterminato nei ruoli dello Stato, che abbiano prestato almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque su posto di sostegno nelle scuole del sistema nazionale di istruzione…”
Ebbene, ad avviso del TAR vi è stata la violazione del predetto articolo, “nella parte in cui prevede che coloro che si trovano nelle condizioni previste dal predetto art. 18 bis, comma 2, non accedono direttamente al percorso di specializzazione ma devono comunque sostenere le prove scritte e orali di accesso, essendo esentati solo dallo svolgimento della prova preselettiva”.
Il decreto impugnato prevedeva dunque che i precari storici non accedessero direttamente al corso di specializzazione ma solamente alle prove scritte che devono essere necessariamente superate, unitamente alle prove orali per l’accesso al percorso di specializzazione, al pari di quanto previsto per gli aspiranti non riservatari.
Sul punto si riporta quanto indicato in motivazione dal Collegio, che, in tutta evidenza, è concorde nel ritenere che “si tratta di una disposizione che ha, evidentemente, la finalità di agevolare il conseguimento del titolo di specializzazione da parte di coloro che, ancorché privi del titolo, hanno già svolto per un apprezzabile lasso di tempo attività lavorativa come insegnanti di sostegno, acquisendo una specifica esperienza professionale”.
L’agere del Ministero va dunque nella direzione opposta rispetto all’intento del legislatore, volto a consentire e agevolare l’accesso al percorso (e non alle prove) ai precari della scuola con almeno tre anni di servizio sul sostegno negli ultimi cinque.
Dunque, per il TAR, “l’irragionevolezza e contrarietà del decreto impugnato risulta peraltro indirettamente confermata dalla nuova disciplina attuativa dell’art. 18 bis dettata dal MUR per l’accesso al IX ciclo del TFA sostegno , Infatti, in base al decreto interministeriale n. 583 del 29 marzo 2024, i docenti accedono direttamente ai percorsi in parola, tuttavia, qualora le domande eccedano la quota di riserva dei posti autorizzati, la selezione dei candidati è effettuata dalle Università secondo i criteri indicati nell’allegato A, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente decreto”.
La previsione di questa nuova disciplina, chiarisce quanto previsto dall’art 18 bis, in quanto rende effettiva la riserva dei posti disponibili in favore dei soggetti indicati dalla norma primaria, prevedendo modalità di selezione solo ove necessario e, cioè, quando gli aspiranti alla riserva siano in numero superiore ai posti disponibili.
Le argomentazioni del TAR, commenta l’Avv. Michele Bonetti, “chiariscono, ancora una volta, come sia di estrema importanza agevolare il percorso formativo dei docenti in possesso dei requisiti necessari per accedere al percorso di specializzazione sul sostegno. Tutto ciò che ostacola tale percorso danneggia non soltanto gli insegnanti precari, ma anche i ragazzi che necessitano di tale figura, e di cui, visto i posti vacanti, la nostra scuola ne ha estremamente bisogno.”