La situazione in cui verte attualmente la figura dell'educatore professionale non è semplice.
Il decreto del Ministero della Sanità n. 520/1998 definisce la figura dell’educatore professionale quale operatore sociale e sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, attua specifici progetti educativi e riabilitativi (…) volti ad uno sviluppo equilibrato della personalità con obiettivi educativo/relazionali.
All’art. 3 il decreto prosegue affermando che la formazione di questa figura professionale deve avvenire presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, seppur in collegamento con le facoltà di Psicologia, Sociologia e Scienze dell’educazione.
Nel 2001 presso la facoltà di Roma Tre è istituito un nuovo corso per educatori professionali di Comunità - Classe C19 – che rappresenta la rivoluzione dei corsi precedentemente esistenti.
Nella guida dello Studente per il predetto corso di Studi viene indicato come obiettivo qualificante la formazione di una figura professionale che collabori, tra le altre cose, come educatore “nell’area socio-sanitaria, presso ASL”, sollecitando diverse competenze tra cui l’organizzazione di interventi “nei reparti di pediatria, oncologia, nelle strutture per malati terminali ed affetti da AIDS conclamato”.
Si è verificata, tuttavia, l'esclusione dei candidati laureati appartenenti alla classe C-19 dal pubblico concorso unificato per titoli ed esami a n. 13 posti di educatore professionale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
Nella raccomandata che i candidati si sono visti pervenire era addotta come motivazione la mancanza un titolo di Studio abilitante alla professione sanitaria di educatore professionale così come previsto dal bando di concorso e che, invece, gli studenti erano convinti di possedere in base alla relativa guida dello Studente.
E’ per tale motivo che Ricomincio dagli Studenti insieme con l’Unione degli Universitari e l’Avv. Michele Bonetti hanno inoltrato atti di diffida al Ministero dell’Istruzione, Università e della ricerca, nonché all’Ateneo Roma Tre; lo scorso febbraio hanno altresì inviato un ricorso all’Antitrust al fine di accertare la presenza di pubblicità ingannevole per il menzionato corso di Studi.
Gli stessi studenti hanno inviato anche una lettera aperta al Vice Ministro delle Province sociali ove denunciano la situazione venutasi a creare. Attualmente prosegue la loro collaborazione con l’Avv. Michele Bonetti per valutare la possibilità di avviare azioni legali in vista della “battaglia di giustizia” che mira a restituire dignità alla propria figura professionale.