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Venerdì, 29 Luglio 2011 12:41

Accesso all’Università: qualche confronto in Europa

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Per confrontare il modello di accesso all’università italiano con quelli del resto d’Europa è necessario innanzitutto escludere dal paragone quei modelli eccessivamente distanti dal nostro sistema di istruzione. Prima di tutto, il modello anglosassone, che accomuna il sistema della Gran Bretagna con quello statunitense e che si basa su altissimi costi degli studi accademici e una forte selezione all’ingresso per tutti gli indirizzi. Il modello inglese, tuttavia, prevede un corso di due o tre anni- basato soltanto sullo studio intensivo di alcune materie- preparatorio per l’università.

Escludiamo, poi, il modello che per standard qualitativi internazionali eccelle in tutte le classifiche, dalle scuole elementari fino alle università: quello scandinavo. Troppa poca popolazione e troppa solidità del Welfare State per consentire un adeguato paragone con il Bel Paese.

Concentriamoci, invece, sulle nostre sorelle continentali e mediterranee: Germania, Francia e Spagna.

  • In Germania, il sistema di istruzione è sempre stato basato su una canalizzazione precoce fra diversi percorsi formativi, alcuni destinati alla professionalizzazione e all’immissione nel mondo del lavoro, altri al proseguimento degli studi. Per iscriversi all’università è necessario avere conseguito una buona valutazione nelle scuole secondarie, per tutti gli indirizzi e per tutte le istituzioni. A chi non ha conseguito valutazioni alte, un ufficio governativo preposto fornisce un servizio di orientamento verso la formazione universitaria. Il numero chiuso è stato introdotto soltanto da alcune istituzioni (la Germania ha un sistema federale, che garantisce alcuni margini di autonomia e prevede inoltre istituzioni educative sia pubbliche che private), mentre è previsto per legge per le facoltà di medicina, biologia, farmacia, psicologia, veterinaria e odontoiatria.
  • In Francia, il sistema fin qui utilizzato ha particolare interesse per il nostro Paese: l’accesso all’università è libero per tutti gli indirizzi. Per le facoltà di medicina, odontoiatria, farmacia e ostetricia, però, è previsto un primo anno di studi comune, ad accesso libero, al termine del quale viene effettuata una selezione basata sul numero di posti disponibili e sul risultato conseguito nell’esame finale. Soltanto chi viene ammesso può proseguire nell’indirizzo prescelto. Diverso è il sistema previsto per le Grandes Ecoles (una sorta di scuole di eccellenza), a cui si accede soltanto per concorso, ma con due anni di corso preparatorio. Attualmente questo sistema rischia di essere superato da una riforma appena approvata ( e molto contestata), che aumenta il grado di autonomia degli atenei anche per quanto riguarda la possibilità di introdurre forme di selezione all’ingresso.
  • In Spagna, infine, chi vuole proseguire gli studi frequenta dai 16 ai 18 anni il “bachillerato”, un biennio pensato per chi andrà all’università. Al termine del biennio occorre superare l’esame conclusivo. Per iscriversi all’università, infine, occorre superare un test ulteriore, che verte in particolare sulla lingua spagnola, le lingue straniere e materie generali come la storia e la filosofia.
Ultima modifica il Mercoledì, 21 Settembre 2011 17:39