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08 Set

IL T.A.R. DEL LAZIO BOCCIA IL NUMERO CHIUSO ALLA STATALE DI MILANO ED IL RETTORE RINUNCIA ALL’APPELLO

È di queste ore la pubblicazione della nota dell'Università Statale di Milano mediante la quale l’Ateneo meneghino comunica la rinuncia al ricorso al Consiglio di Stato, annunciato dopo la bocciatura del Tar al numero chiuso per le facoltà umanistiche.

Il Tar del Lazio ha, infatti, recentemente, accolto il ricorso dell'associazione UdU, Unione degli universitari, patrocinato dagli Avv. Michele Bonetti e Santi Delia, contro l’introduzione del numero chiuso per i corsi di laurea in Filosofia, Lettere, Scienze dei Beni culturali, lingue e letterature straniere, Storia, Scienze umane dell'ambiente, del territorio e del paesaggio.

Mediante l’ordinanza n. 4478, pubblicata in data 31 agosto 2017, il Collegio del T.A.R. ha evidenziato la fondatezza delle ragioni alla base del ricorso, disponendo la sospensione dell’efficacia dei provvedimenti dell’Ateneo e rinviando la causa alla fase di merito, prevista per il 9 maggio 2018.

Dunque, verrà regolarmente garantito il regolare inizio dell’anno accademico per i corsi di laurea suddetti e da venerdì 8 settembre e fino al 16 ottobre 2017 saranno aperte le immatricolazioni a tutti gli studenti interessati.

È una vittoria, su tutta la linea”, commenta Carlo Dovico, coordinatore metropolitano dell'Udu, Unione degli Universitari Milano. “Ora ci aspettiamo che per senso di responsabilità verso tutta la comunità accademica, il rettore Vago ritiri la delibera e faccia decadere i motivi del contendere, rinunciando quindi alla difesa e chiudendo qui questo triste capitolo. I test a marzo sarebbero insostenibili e dannosi per tutto l'ateneo milanese”. “Questi corsi devono tornare assolutamente ad accesso libero”, prosegue Dovico. “Chiediamo ancora una volta al rettore di affiancarci nel chiedere l’immediato ritiro del D.M. 987/16 e l'abrogazione della legge 264/99. Il numero chiuso va superato”.

Esprime soddisfazione anche l’Avv. Michele Bonetti, che afferma: “Ora l’Ateneo dovrà conformarsi alla decisione del Giudice Amministrativo, che potrà avere una ricaduta su tutto il territorio nazionale: centinaia di corsi dovrebbero riaprire”.  E sulla decisione dell’Ateneo di non rivolgersi al Consiglio di Stato prosegue: “L’Università non poteva comportarsi altrimenti. Un eventuale appello si sarebbe concluso certamente con una conferma della pronuncia del T.A.R., anche considerando le irregolarità verificatesi durante la votazione del Senato Accademico”.

 

In allegato si rimette l’integrale intervista rilasciata dall’Avv. Bonetti al Corriere della Sera.